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Nel nome del padre: storia di un giovane foriano prigioniero al fronte

30 0ttobre 1917. Il S. Ten. Admeto Verde viene catturato dai tedeschi

di Emanuele Verde. “Catch a falling star and put in your pocket, save it for a rainy day“. Comincia così, con il ritornello di una canzone di Perry Como, cantante italo-americano molto noto negli anni ’50, un vecchio album di fotografie di mio padre. Effettivamente mi sono trovato a frugare tra le scartoffie del “vecchio” in una giornata di pioggia e vi dirò che di stelle cadute dal cielo ne ho trovate un bel po’.

Una, in particolare, che manco a farlo apposta va giusta nel taschino. È un’agenda del 1919 di mio nonno Admeto Verde. Roba di un secolo fa, e non è un modo di dire. Comunque sia, fino al mese di giugno non c’è scritto niente di particolarmente rilevante: conti; dare e avere; indennità di guerra; recapiti di uffici a cui rivolgersi.

Poi, a luglio, comincia un’altra storia:

86° Fant. 780ma Comp. Milit.ri Brigata Verona (…) Catturato illeso sull’imbrunire del 30-10-917 tra Bertiolo e Pozzecco
________________________
Antignano 22-1-919
Io sottoscritto espongo:

Il 24-10-917 mi trovavo a quota 895 (Bainsizza) presso il 3°Battaglione del suddetto regg.to che era distaccato a rincalzo dell’85° Fanteria, che occupava la 1° linea. Ero presso il detto Batt.ne in qualità  di Comandante interinale della 780ma Comp. Mitr.ri, a cui passai provvisoriamente la sera stessa dalla 978ma per ordine del Comandante di Regg.to. Rimasi lì fino alle ore 1 del 26 e precisamente fino a quando mi pervenne l’ordine di abbandonare quelle posizioni ed occupare le trincee di seconda a q. 825 dell’Oscedrik.
Lassù si restò fino alle 20 e poi ci ritirammo per il Monte L. verso Plava (Canale d’Isonzo). Durante questa ritirata perdetti un’arma e degli uomini.
Il 27 alle ore 18, all’incirca eravamo già a Volnik. (…)
Il 28 arrivammo a Corno di Rosazzo ove si restò fino all’alba del 29, ora in cui andammo a schierarci a Villanova dell’Indrio restando lì fino alla mezzanotte.
A quest’ora lasciammo la posizione e ci fermammo fino alla mattina verso le otto del giorno 30 sulla destra dell’Indrio passando per San Giovanni Manzano.
Verso le nove ci avvicinammo al Tagliamento e giunti nei pressi di Villacaccia avemmo l’ordine di attaccare questo paese occupato dai tedeschi. L’attacco non riuscì perchè il nemico era ben rafforzato con Mitr.ri. Dopo l’attacco ci ritirammo col regg.to sulla strada Pozzecco (…)
Avevamo fatto qualche km quando fummo sorpresi da un nutrito fuoco di fucileria e mitr.ri di fronte e di fianco.
Colpiti così all’insaputa cercammo di riparare a sinistra per prepararci ad una resistenza, ma anche da questo lato vi era il nemico con le baionette innestate. (…)
Così caddi prigioniero con tutto il regg.to compresi il Comandante di brigata, il Comandante di regg.to, quello di batt.ne e tutti.
Il nemico non volle farci raccogliere i feriti (…) e di lì ci portarono a Campoformio, il giorno seguente a Udine, il 2 novembre a Civitale e così sempre a piedi il 5 giunsi a Grakovo
(Bosnia) da dove partìì per Karlsruhe, dopo qualche giorno per Rastatt ed il 1° dicembre per Cellelager.
Sono partito da Celle il 1-1-1919 per l’Italia giungendo a Bardonecchia il 18-1-919.
Dopo una degenza nell’Ospedale Militare Italiano di Grenoble di 8 giorni”.

La storia è quella della Brigata Verona e se leggete cosa c’è scritto (alle pgg.136-137 del PDF) a proposito di quei giorni terribili dell’ottobre 1917 trovate conferma del racconto di mio nonno, il S.Ten. Verde Admeto. Girovagando per la rete si trovano invece notizie terribili sul Gefangenenlager di Celle dove austriaci e tedeschi avevano deportato i soldati italiani caduti a Caporetto (per mano austriaca) e a Pozzecco (per mano tedesca). Nei mesi successivi alla cattura, l’Italia non consentì alle famiglie di inviare soccorsi ai propri figli; i primi «pacchi di Stato» giunsero ai prigionieri nel novembre del 1918, l’anno successivo a quelle terribili battaglie.

Leggendo l’agenda del nonno e le notizie disponibili in rete, mi è tornato in mente “Il Secolo breve” di Eric J. Hobsbawm (reminiscenze universitarie). Sono così andato a rileggere cosa ha scritto lo storico inglese a proposito della prima guerra mondiale e, tra i tanti, mi ha molto colpito questo passaggio:

La maggior parte degli uomini che combatterono nella prima guerra mondiale (…) maturò un convinto odio della guerra. Invece i soldati che avevano superato la guerra senza ribellarsi contro di essa trassero dall’esperienza di essere vissuti insieme con coraggio davanti alla morte un sentimento inesprimibile di selvaggia superiorità“. (Eric J. Hobsbawm “Il Secolo Breve”, RCS Libri, 1997 pag.39).

Un sentimento inesprimibile di selvaggia superiorità che portò dritti dritti al fascismo. Mio nonno e i suoi due fratelli maggiori Italo Bonaventura e Giovanni aderirono al regime, sebbene dei tre solo Italo Bonaventura in maniera “militante“, tanto da partecipare pure alla campagna d’Africa. Ma non è questo il punto. Del resto, non avrei niente di nuovo da aggiungere rispetto ai migliaia di saggi scritti sull’argomento.

Il dubbio è – come dire – esistenziale e ogni tanto viene a farmi visita. Non è che, in fondo, nelle trincee, nei corpo a corpo, in mezzo a corpi smaciullati, nei lager, quei giovani uomini, 100 anni fa, hanno vissuto più intensamente, finanche meglio, di quanto non sia capitato alle generazioni cresciute nel cosidetto benessere e nella pace.  Credevano “alle folle agitate dal lavoro” e “ai cantieri incendiati da violente luci elettriche” cantate da Marinetti. Hanno vissuto in spregio al pericolo e alla morte, mentre a noi invece… tocca fare i conti con la pressione fiscale, lo spread e la riforma Fornero.

Non lo so, è solo un dubbio che viene e poi va via. Quello che so invece, è che se avete vecchi album, ricordi di nonni, parenti, zii dovete custodirli e farne tesoro. Son pieni di stelle!!!


2 Commenti, Commenta o fai un Ping

  1. Admeto Verde - Data: 27/1/2014 08:39:12 - IP: 37.117.133.xxx

    Ciao Emanuele.
    Il tuo articolo mi ha molto colpito. Il ricordo delle avventure del nonno raccontatemi spesso da tuo padre, le foto di guerra e il diario con il racconto dei giorni passati nel lager Tedesco di Celle, hanno suscitato in me una forte commozione e altrettante riflessioni.
    Grazie

    Admeto Verde
    Milano

    Current score: 1
  2. Ciro Castaldi - Data: 31/1/2014 07:50:29 - IP: 79.52.143.xxx

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